Whirls

Jean Fautrier

1958

Jean Fautrier, Whirls, 1958, olio su carta applicata su tela, Mart, Deposito collezione privata

Jean Fautrier, Whirls, 1958, olio su carta applicata su tela, Mart, Deposito collezione privata

Artista
Fautrier Jean (1898 - 1964)
Titolo
Whirls
Data
1958
Tecnica
olio su carta applicata su tela
Tipologia
dipinto
Dimensioni
54 x 65 cm
Collezione
Mart, Deposito collezione privata
Numero di inventario
MART 2315

L'opera

Jean Fautrier è uno degli artisti che segnano un profondo cambiamento nello stile della pittura tradizionale, percorrendo il solco dell’informale. Fautrier inizia la pratica di una pittura non figurativa con i compagni della Scuola di Parigi, attivi nella capitale francese tra il 1945 e il 1960. Nella ricerca sulla materia, che si può riconoscere anche in quest’opera, Fautrier lavora gli impasti per ottenere immagini dalla forte componente evocativa in grado di comunicare “la collera dei sopravvissuti” alla guerra, come dichiara lo stesso artista. "Whirls" rientra in questa poetica e riesce a esprimere questo alone drammatico prescindendo dai codici tradizionali e referenziali della pittura. Non a caso il dipinto è siglato con una “f” in basso a destra, ripetuta e capovolta in alto a sinistra. In questo modo si vuole affermare che l’opera può venire appesa dritta o rovesciata senza per questo perdere la propria carica comunicativa.

L'artista

Trasferitosi a Londra dopo la morte del padre, insoddisfatto delle scuole fino ad allora frequentate, decide di lavorare come autodidatta. Nel 1920-1921, in Tirolo, dipinge le prime opere a noi pervenute. Nel 1923 espone alla Galerie Fabre e incontra Jeanne Castel, che lo sosterrà e lo introdurrà nel mondo artistico parigino. Nel 1934 decide di lasciare Parigi e trasferirsi sulle Alpi, dove vive facendo il maestro di sci e l’albergatore. Torna a Parigi nel 1940. Intorno al 1946 collabora con l’editore Blaizot illustrando vari testi. Nel 1952 esce il fondamentale testo di Michel Tapié, che lo proclama capostipite dell’informale. Dal 1957 in poi le mostre si moltiplicano. Viaggia molto e nel 1959, con Paulhan e Ungaretti, compie un vero giro del mondo. Nel 1960 vince il Gran Premio alla Biennale di Venezia, ex aequo con Hans Hartung, e l’anno seguente il Gran Premio internazionale della Biennale di Tokyo

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