Ritratto di Madame M.S.

L'opera appartiene ad una serie di ritratti dedicati a madame Meyer-See, moglie di un noto gallerista londinese. Nelle sue memorie, l’artista indica questi lavori come una delle primissime applicazioni della teoria futurista al genere del ritratto. Rispetto agli scenari urbani Severini ribalta i termini del problema rendendo dinamica la visione di un soggetto fisso. La signora Meyer-See viene inserita in un ambiente prismatico carico di valenze psicologiche ed emotive. Nel ritratto, infatti, sostiene Severini, interferiscono due psicologie: quella del pittore e quella del soggetto ritratto.

Nel 1899 si trasferisce a Roma. Nel 1901 conosce Boccioni, con il quale frequenta lo studio di Balla. Nel 1906 è a Parigi. Nel 1910 firma il "Manifesto dei pittori futuristi" e il "Manifesto tecnico della pittura futurista". Nel 1912 espone con il gruppo di Marinetti nella Galleria Bernheim-Jeune, Parigi; l’anno seguente tiene la sua prima personale alla Marlborough Gallery di Londra. In questi anni espone le sue nuove teorie sulle pagine del “Mercure de France”, “Valori Plastici”, “De Stijl”, “L’Esprit Nouveau” e nel testo "Du Cubisme au Classicisme". Negli anni Venti e Trenta, è impegnato in cicli decorativi a soggetto sacro. Espone alla Biennale di Venezia nel 1928 e nel 1935 vince il primo premio per la Pittura alla Quadriennale di Roma. Negli anni Cinquanta ritorna a lavorare su temi futuristi.