Paesaggio

I paesaggi di Tosi si rivolgono a soggetti costanti e si possono riassumere in pochi motivi lungamente e pazientemente ripetuti. Domenico Cantore parla di un’“incontentabilità dei veri realizzatori” che spiega la costanza con cui l’artista di Busto Arsizio ritorna sulle stesse composizioni più volte. Solitamente Tosi utilizza un punto di vista distante rispetto all’orizzonte oppure una progressione di inquadrature che centra l’oggetto di visione attraverso quinte digradanti. In questo caso viene scelta una prospettiva più ravvicinata tra il primo piano e lo sfondo in cui lo spazio è serrato tra la presenza laterale dell’albero e il profilo delle montagne all’orizzonte. In questo modo Tosi concentra l'attenzione sulla successione dei piani e sull'arretramento di uno spazio che è sì solido ma viene reso con uno stile morbido.

Avviato agli studi tecnici, frequenta lo studio dell’artista Adolfo Feragutti Visconti, e nel 1889 si iscrive alla Scuola di Nudo dell’Accademia di Brera. Nel 1891 espone alla Permanente di Milano dove viene notato da Vittore Grubicy de Dragon. In questo periodo frequenta la scuola della Val Vigezzo: un cenacolo di artisti interessati allo studio en plein air della luce-colore. Partecipa nel 1909 alla Biennale di Venezia e sarà presente, a partire da questa data, a tutte le edizioni della mostra veneziana. Partecipa a numerose mostre tra cui la Primavera Fiorentina organizzata nel 1922 dal Ministero della Pubblica Istruzione e la personale allestita alla Galleria Pesaro di Milano nel 1923. Nel 1924 inizia a frequentare la casa di Margherita Sarfatti a Milano e l’anno successivo entra nel primo gruppo di Novecento, partecipando a tutte le mostre del movimento all’estero. Riceve il Gran Prix della pittura a Parigi. Nel 1942 gli viene assegnato il Premio Mussolini. Continuano le partecipazioni alla Biennali fino all’anno della morte.