Le figlie di Loth

Carlo Carrà

1919

Carlo Carrà, Le figlie di Loth, 1919, olio su tela, Mart, Collezione VAF-Stiftung

Carlo Carrà, Le figlie di Loth, 1919, olio su tela, Mart, Collezione VAF-Stiftung

Artista
Carrà Carlo (1881 - 1966)
Titolo
Le figlie di Loth
Data
1919
Tecnica
olio su tela
Ubicazione
Esposto al Mart
Tipologia
dipinto
Dimensioni
111 x 80 cm
Collezione
Mart, Collezione VAF-Stiftung
Numero di inventario
MART 971

L'opera

"Le figlie di Loth" è un’opera fondamentale per comprendere il clima dell’arte italiana tra la fine degli anni Dieci e i primi anni Venti, nel passaggio dalla Metafisica alle atmosfere incantate del Realismo Magico. In quest’opera giungono a piena maturità le ricerche avviate da Carrà a partire dal 1915-16. Muovendo dalla riscoperta dei “primitivi”, quali Giotto e Masaccio, l’artista aveva messo a punto un vocabolario di forme arcaiche, sospese in un’atmosfera senza tempo e profondamente lirica.

L'artista

Nel 1893 si trasferisce a Valenza Po per intraprendere il mestiere di decoratore, che lo porterà due anni dopo a Milano e, nel 1899, a Parigi. Nel 1905 frequenta i corsi della Scuola Serale d’Arte Applicata al Castello Sforzesco a Milano e l’anno seguente si iscrive all’Accademia di Brera. Nel 1910 firma il "Manifesto dei pittori futuristi". Nel febbraio 1912 espone con i futuristi alla Galleria Bernheim Jeune a Parigi. Tornato in Italia trova affinità con il lavoro del gruppo della rivista “Lacerba”. Arruolato, nel 1917 è ricoverato nell’ospedale militare di Ferrara, dove con Savinio e de Chirico si avvicina alla ricerca metafisica. Nel 1919 si stabilisce a Milano e collabora con la rivista “Valori Plastici”. Nel 1922 partecipa per la prima volta alla Biennale di Venezia. Nel 1926 partecipa alla I Mostra del Novecento Italiano. Nel 1941 diventa titolare della cattedra di Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

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