I costruttori

Massimo Campigli

1928

Massimo Campigli, I costruttori, 1928, olio su tela, Mart, Collezione VAF-Stiftung

Massimo Campigli, I costruttori, 1928, olio su tela, Mart, Collezione VAF-Stiftung

Artista
Campigli Massimo (1895 - 1971)
Titolo
I costruttori
Data
1928
Tecnica
olio su tela
Tipologia
dipinto
Dimensioni
162 x 114 cm
Collezione
Mart, Collezione VAF-Stiftung
Numero di inventario
MART 966

L'opera

Il dipinto è realizzato nei primi mesi del 1928, un anno particolarmente significativo per il percorso artistico di Campigli, tanto da essere indicato dallo stesso artista come “punto di partenza della sua migliore arte”. Nel dipinto sono presenti e riassunti tutti quegli elementi che avevano contraddistinto la sua precedente produzione pittorica: la scansione geometrica dei piani cromatici verticali e ricchi di contrasti, la semplificazione e nettezza dei contorni. Rispetto però alle opere della prima metà degli anni Venti, qui l’artista abbandona l’aria chiusa da scatola architettonica e compone la rappresentazione in uno spazio esterno. Il razionalismo compositivo che contraddistingue quest’opera e le scelte cromatiche richiamano l’atmosfera classica del “ritorno all’ordine” ed esemplificano la ricerca di una “moderna classicità” improntata al recupero di un impianto figurativo e di forme tradizionali.

L'artista

Trasferitosi a Milano nel 1909, entra presto in contatto con gli ambienti futuristi ed inizia a collaborare con la rivista “Lacerba”. Dopo la guerra viene assunto dal “Corriere della Sera” e, nel 1919, è inviato a Parigi come corrispondente. Partecipa al Salon d’Automne nel 1921 e nel 1923; lo stesso anno tiene la sua prima personale in Italia alla Casa d’Arte Bragaglia di Roma. È invitato nel 1926 a partecipare alla Prima Mostra del Novecento Italiano. In questo periodo lascia l’incarico al “Corriere” per dedicarsi interamente alla pittura ed espone a Parigi, Zurigo, Dresda, Amburgo e Amsterdam. Nel 1928 visita il Museo di Villa Giulia a Roma e rimane affascinato dall’arte etrusca. È invitato alla XVI Biennale di Venezia, alla quale seguono numerose esposizioni in Italia, a Parigi ed a Ginevra. Nel 1933 insieme a Sironi, Carrà e Funi firma il "Manifesto della pittura murale". Dal 1949 alterna soggiorni, sempre lavorando, a Parigi, Milano, Roma e Saint-Tropez. Tra il 1951 e il 1971 prosegue la sua intensa attività espositiva.

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