Gomorrhe

Alberto Savinio

1929

Alberto Savinio, Gomorrhe, 1929, olio su tela applicata su tavola, Mart, Deposito collezione privata

Alberto Savinio, Gomorrhe, 1929, olio su tela applicata su tavola, Mart, Deposito collezione privata

Artista
Savinio Alberto (1891 - 1952)
Titolo
Gomorrhe
Data
1929
Tecnica
olio su tela applicata su tavola
Tipologia
dipinto
Dimensioni
59,5 x 73 cm
Collezione
Mart, Deposito collezione privata
Numero di inventario
MART 2331

L'opera

Molti dipinti di Alberto Savinio tra il 1928 e il 1932 fanno riferimento a momenti della storia biblica: Savinio stesso dichiara nei suoi scritti di essere un attento lettore della Bibbia. In "Gomorrhe" lampi nel cielo e tende rigonfie segnalano immediatamente l’eccezionalità dell’evento e l’agglomerato degli oggetti colorati in volo ha la capacità di evocare il volo degli angeli del racconto biblico che con saette e colate di fuoco distruggono la città di Sodoma, colpevole di avere sovvertito le leggi ebraiche. I significati dell’opera non sono affidati a immagini di tipo allegorico o simbolico, ma scaturiscono da proprietà analogiche e allusive. La città di Gomorra è monocroma mentre gli angeli giustizieri sono un trionfo di cromie brillanti. Con grande teatralità l’evento avviene al di là di una finestra: la storia è in realtà una “scena” ricostruita e osservata.

L'artista

Alberto Savinio (pseudonimo di Andrea di Chirico) si diploma nel 1903 al Conservatorio musicale di Atene. Nel 1905, con la madre e il fratello Giorgio si trasferisce a Monaco di Baviera; qui studia con il compositore e organista Max Reger. Nel 1909 la sua opera, "Carmela", è apprezzata dal musicista Mascagni. Si trasferisce a Parigi, dove lo raggiungono anche la madre e il fratello. Nel 1914 prende il nome di Alberto Savinio. Allo scoppio della guerra i due fratelli de Chirico rientrano in Italia. Qui incontrano de Pisis e Carrà, assieme ai quali elaborano la teoria della pittura metafisica. Nel 1926 si stabilisce a Parigi, dove inizia a dipingere con assiduità e, l’anno successivo, tiene la sua prima personale presso la Galerie Bernheim-Jeune di Parigi. Nel 1932 decide di lavorare a Torino e nel 1935 si stabilisce a Roma. Al termine della Seconda Guerra Mondiale si dedica nuovamente alla musica e compone il balletto "Vita dell’uomo". Si interessa alla realizzazione di scenografie e alla regia di spettacoli teatrali: dal 1948 collabora spesso con il Teatro alla Scala di Milano e, nel 1952, con il Maggio Musicale Fiorentino.

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