Gianna che legge (Ritratto della moglie)

Pio Semeghini

(1931)

Pio Semeghini, Gianna che legge (Ritratto della moglie), (1931), olio su tavola, Mart, Collezione L.F.

Pio Semeghini, Gianna che legge (Ritratto della moglie), (1931), olio su tavola, Mart, Collezione L.F.

Artista
Semeghini Pio (1878 - 1964)
Titolo
Gianna che legge (Ritratto della moglie)
Data
(1931)
Tecnica
olio su tavola
Ubicazione
Esposto al Mart
Tipologia
dipinto
Dimensioni
55,5 x 48 cm
Collezione
Mart, Collezione L.F.
Numero di inventario
MART 2191

L'opera

Il dipinto si colloca all’interno della produzione ritrattistica di Semeghini degli anni Trenta. Il ritratto della moglie Gianna, eseguito a Monza poco dopo il suo matrimonio, ci offre un saggio esemplificativo della sua arte. Si tratta di una pittura leggera, quasi trasparente, giocata sui toni chiari e realizzata con una tavolozza semplificata, quasi incorporea, che ricorda l’effetto degli affreschi antichi. Il suo vocabolario pittorico rimanda a un linguaggio classico, lontano dalle avanguardie, e si esprime attraverso un solido impianto volumetrico, dato dal disegno e dal colore, a loro volta conquistati attraverso lo studio della tradizione pittorica tre e quattrocentesca. La dominante cromatica, affidata alle sfumature dei rosa, conferisce a questo ritratto un’intimità intensa, un’atmosfera che, seppure con le dovute differenze, ritroviamo nei suoi paesaggi, specie quelli lagunari, caratterizzati da un senso di pacatezza e serenità, da un’armonia complessiva che è la cifra stilistica dell’artista.

L'artista

Abbandonati gli studi si stabilisce a Parigi nel 1899 per due anni. Nel corso del primo decennio del Novecento e degli anni Dieci alterna periodi di soggiorno in Italia e nella capitale francese dove ha modo di conoscere, tra gli altri, Modigliani, Soffici, Severini e de Pisis. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, a Venezia, stringe amicizia con Gino Rossi, Umberto Moggioli e altri giovani artisti, che saranno gli animatori delle prime esposizioni alla Galleria Ca’ Pesaro. Nell’estate del 1920 è tra gli organizzatori della Mostra degli Artisti Dissidenti di Ca’ Pesaro, presso la Galleria Geri Boralevi a Venezia. L’anno successivo, espone alla I Biennale d’Arte Romana. Nel 1926 partecipa alla XV Biennale di Venezia. Con il gruppo di Novecento espone ad Amsterdam nel 1928 e poi alla seconda mostra milanese del movimento nel 1929. Nel 1927 ottiene la cattedra di Decorazione all’Istituto d’arte di Lucca. È nuovamente presente alla Biennale di Venezia del 1928, così come dal 1932 al 1936. Del 1931 è la sua partecipazione alla I Quadriennale di Roma. Nel 1954 espone nuovamente alla Biennale di Venezia. Nel 1956 una grande mostra antologica dedicata alla sua opera viene accolta a Verona, Venezia e Milano.

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