Beethoven

In questo dipinto viene ritratta una bambina vestita di bianco, mentre posa accanto ad un grande spartito su cui si legge il nome del musicista che dà il titolo al quadro. La figura si raddoppia con l’ambiente circostante nello specchio che campeggia al centro della composizione, creando un labirinto spaziale in cui si perde il senso della realtà. Per mezzo di alcuni misteriosi particolari compositivi il dipinto mostra delle particolari tangenze con le poetiche del Realismo Magico e della Nuova Oggettività, riuscendo a proiettare la quotidianità domestica in un’atmosfera straniante. Gli oggetti per Casorati, sono infatti il risultato di lente sedimentazioni affettive ed emotive. È questo il suo modo di porsi davanti alle cose apparentemente più comuni per scoprirne la meraviglia e compiere la magia della pittura.

Nel 1907 partecipa alla Biennale di Venezia e nel marzo 1911 si trasferisce a Verona, dove si avvicina al gruppo di Ca’ Pesaro. A Torino il suo atelier diventa, dal 1923, un luogo di riferimento per i giovani artisti. Nel 1924 la Biennale di Venezia ospita una sua personale. È presente alle esposizioni di Novecento, col quale partecipa, nel 1930, anche a due grandi mostre, una alla Kunsthalle di Berna e l’altra itinerante in America del Sud. Nel 1938 vince il Gran Premio per la pittura alla XXI Biennale di Venezia. Nel 1941 diventa titolare della cattedra di pittura all’Accademia Albertina di Torino.