Paganin e Fioravanti
Il grido e il canto

Mostra - da sabato 07 dic 2024 | a domenica 16 mar 2025

  • Giovanni Paganin, "Eva", 1974-1977, Mart, Collezione VAF Stiftung. Ph. Mart, Archivio Fotografico e Mediateca

    Giovanni Paganin, "Eva", 1974-1977, Mart, Collezione VAF Stiftung. Ph. Mart, Archivio Fotografico e Mediateca

  • Ilario Fioravanti, "Contorsionista cinese", 1990, Casa dell’Upupa Ilario Fioravanti. Ph. Carlo Vannini

    Ilario Fioravanti, "Contorsionista cinese", 1990, Casa dell’Upupa Ilario Fioravanti. Ph. Carlo Vannini

  • Ilario Fioravanti, "Donna con collana azzurra dipinta", 1990, Casa dell'Upupa - Ilario Fioravanti, Ph. Gian Paolo Senni

    Ilario Fioravanti, "Donna con collana azzurra dipinta", 1990, Casa dell'Upupa - Ilario Fioravanti, Ph. Gian Paolo Senni

  • Giovanni Paganin, "Figura femminile", 1955-1957, Collezione privata eredi Paganin, Ph. Mart, Archivio fotografico e Mediateca

    Giovanni Paganin, "Figura femminile", 1955-1957, Collezione privata eredi Paganin, Ph. Mart, Archivio fotografico e Mediateca

  • Giovanni Paganin, "La caduta II (Eva)", 1975-1978, Collezione privata eredi Paganin, Ph. Mart, Archivio fotografico e Mediateca

    Giovanni Paganin, "La caduta II (Eva)", 1975-1978, Collezione privata eredi Paganin, Ph. Mart, Archivio fotografico e Mediateca

Quando
da sabato 07 dic 2024 | a domenica 16 mar 2025
Prezzo
Intero 15 €, ridotto 10 € (biglietto unico per tutte le mostre in corso)
Credits
Da un’idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Marina Pizziolo e Marisa Zattini
Dove
Mart Rovereto
Tipologia
Mostra

Paganin e Fioravanti. Il grido e il canto presenta un confronto tra le opere di Giovanni Paganin (Asiago, 1913 - Milano, 1997) e Ilario Fioravanti (Cesena, 1922 - Savignano sul Rubicone, 2012), interpreti di una scultura potente ed espressiva, che mette al centro la figura umana, raccontandola talora con grande drammaticità.

Lontani dalle avanguardie, i due artisti restano fedeli all’idea che scolpire è dare forma al corpo. Per Paganin il corpo è un potente simulacro, un affondo solitario e consapevole nel dolore del vivere, che la rigorosa nudità colloca fuori dal tempo. Per Fioravanti, invece, è il luogo della storia.

Come messo in luce dal titolo stesso della mostra, Il grido e il canto, le poetiche dei due protagonisti sono profondamente diverse; tuttavia proprio le differenze di soggetto e di linguaggio offrono uno sguardo sulle molteplici possibilità della scultura figurativa.

L’inedito accostamento rappresenta un vero e proprio osservatorio privilegiato perché, scrive Marina Pizziolo in catalogo, «rivela aspetti dei due che sarebbero difficili da cogliere nello studio separato delle loro opere. Perché come sempre è dal contrasto, dalla negazione, dalla definizione delle diversità, che scaturisce la rivendicazione dell’identità».

Al Mart l’allestimento mette in scena un appassionante corpo a corpo: da un lato le figure nude, brutali, e i gesti esasperati di Paganin; dall’altro il mascheramento, l’ironia e lo sguardo più sereno, ma mai superficiale, di Fioravanti.

La mostra si inserisce nel filone di indagine fortemente voluto dal Presidente Vittorio Sgarbi sui “dimenticati dell’arte”, quegli artisti meno noti al grande pubblico e colpevolmente non valorizzati dal sistema dell’arte, il cui valore è innegabile e la cui riscoperta è oggi doverosa.

Il progetto espositivo è stato affidato a Marina Pizziolo e Marisa Zattini, curatrici indipendenti e profonde conoscitrici dell’opera dei due artisti, ed è accompagnato da un catalogo che accoglie, oltre ai saggi delle curatrici, un prezioso contributo dello scrittore Giuseppe Mendicino, che indaga il rapporto di amicizia tra Paganin e Mario Rigoni Stern, e la ripubblicazione dell’importante dialogo tra Tonino Guerra e Ilario Fioravanti.

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