Arte e Fascismo

Mostra - da domenica 14 apr 2024 | a domenica 29 set 2024

  • Adolfo Wildt, "Dux", 1923, Collezione privata.

    Adolfo Wildt, "Dux", 1923, Collezione privata.

  • Fortunato Depero, "Fascismo", 1925, Collezione privata

    Fortunato Depero, "Fascismo", 1925, Collezione privata

  • Cagnaccio Di San Pietro, "Il Randagio", 1932, Collezione privata

    Cagnaccio Di San Pietro, "Il Randagio", 1932, Collezione privata

  • Mario Sironi, "Condottiero a cavallo", 1934-1935, Mart, Archivio Mario Sironi Di Romana Sironi

    Mario Sironi, "Condottiero a cavallo", 1934-1935, Mart, Archivio Mario Sironi Di Romana Sironi

  • Adolfo Wildt, "Il Duce", Ante 1928, Galleria D'arte Moderna, Milano

    Adolfo Wildt, "Il Duce", Ante 1928, Galleria D'arte Moderna, Milano

  • Mario Radice, "Affresco CFA 1935", 1935-1936, Collezione Borghi Fantin, Milano

    Mario Radice, "Affresco CFA 1935", 1935-1936, Collezione Borghi Fantin, Milano

  • Thayaht, "Condottiero (Dux Con Pietra Miliare)", 1929, Mart, Museo Di Arte Moderna E Contemporanea Di Trento E Rovereto

    Thayaht, "Condottiero (Dux Con Pietra Miliare)", 1929, Mart, Museo Di Arte Moderna E Contemporanea Di Trento E Rovereto

  • Cesare Maggi, "Ascoltando alla radio un discorso del Duce", 1939, Collezione privata

    Cesare Maggi, "Ascoltando alla radio un discorso del Duce", 1939, Collezione privata

  • Adalberto Libera, "Progetto per il palazzo dell'acqua e della luce all'E 42, veduta prospettica complessiva", 1939, Mart, Donazione Eredi Adalberto Libera

    Adalberto Libera, "Progetto per il palazzo dell'acqua e della luce all'E 42, veduta prospettica complessiva", 1939, Mart, Donazione Eredi Adalberto Libera

  • Mario Sironi, "Solitudine", 1925-1926, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma

    Mario Sironi, "Solitudine", 1925-1926, Galleria Nazionale d'Arte Moderna e Contemporanea, Roma

Quando
da domenica 14 apr 2024 | a domenica 29 set 2024
Prezzo
Intero 15 €, ridotto 10 € (biglietto unico per tutte le sedi del Mart)
Credits
Da un'idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Beatrice Avanzi e Daniela Ferrari
Dove
Mart Rovereto
Tipologia
Mostra

La mostra Arte e Fascismo analizza i vari e complessi modi in cui il regime fascista influì sulla produzione figurativa italiana, utilizzando a fini propagandistici i linguaggi dell’arte e dell’architettura.

Affondando le sue radici nei decenni antecedenti e spaziando dalle pratiche tradizionali alle arti applicate, la cultura visiva del Ventennio testimonia lo svilupparsi di una varietà di stili senza precedenti. Diversamente da altri regimi, quello fascista non impone un gusto, facendo proprie anche alcune delle tendenze artistiche che si affermano in quel periodo storico. La mancanza di un unico orientamento facilita lo sviluppo di un’eterogenea e dinamica presenza di espressioni e correnti. Accanto al persistere di ricerche di avanguardia legate al Futurismo, si delinea una linea di “ritorno all’ordine”, che confluisce nel movimento del Novecento italiano, creato da Margherita Sarfatti. Il ritorno all’antico, funzionale all’affermazione della tradizione italiana, trova varie declinazioni, dal rinnovato sguardo ai maestri antichi dei protagonisti di Novecento fino a più radicali affermazioni di un’arte di propaganda volta alla costruzione del consenso.

Il modello di una ritrovata armonia tra tradizione e modernità gode del consenso da parte del regime, alla ricerca della definizione di un sistema delle arti organizzato.
Uno straordinario apparato di premi, esposizioni pubbliche, convenzioni e mostre permette al regime di intercettare gli artisti più significativi, di sostenerne l’opera e di inglobarli nel più ampio progetto di promozione generale. Attraverso la partecipazione a biennali, quadriennali, mostre sindacali, a concorsi e a commissioni pubbliche gli artisti danno voce all’ideologia, ai temi e ai miti del fascismo.

Lo stesso rapporto tra gli artisti e il potere non è definito né unico. Accanto a figure dichiaratamente fasciste, convinte sostenitrici del Duce come Depero e Sironi, si muovono artisti meno ingaggiati, più o meno distanti ma comunque presenti nel ricco panorama italiano.

Allo stesso tempo, i nuovi luoghi del potere divengono strumento di affermazione attraverso un linguaggio aperto tanto al classicismo quanto al razionalismo, che coinvolge architettura, scultura e arte murale, rinata sotto l’impulso di una rinnovata volontà celebrativa.

Tra pittura, scultura, documenti e materiali d’archivio, il percorso espositivo si snoda tra 400 opere di artisti e architetti come Mario SironiCarlo CarràAdolfo Wildt, Arturo Martini, Marino Marini, Massimo Campigli, Achille Funi, Fortunato Depero, Tullio Crali, Thayaht, Renato Bertelli, Renato Guttuso. Provenienti da collezioni pubbliche e private le opere dialogano con alcuni dei grandi capolavori del Mart e con numerosi materiali provenienti dai fondi dell’Archivio del ’900.

Otto sezioni cronologiche e tematiche scandiscono la visita: Novecento italiano, dedicata al grande progetto di sostegno agli artisti e alla cultura di Margherita Sarfatti, intellettuale e curatrice ante litteram; L’immagine del potere, sull’iconografia del Duce tra celebrazione del capo e diffusione del mito; Futurismo. Celebrare l’azione, l’arte totale della maggiore avanguardia italiana; Arte monumentale, l’educazione e la propaganda attraverso la grande arte murale, i mosaici, gli affreschi, i decori, i monumenti; L’architettura e il rapporto con le arti, progetti, bozzetti e arte astratta per edifici grandiosi che esaltassero la potenza italiana, Nuovi miti, non solo l’eroe e l’atleta, ma anche il lavoratore, la donna, la famiglia, alla ricerca della definizione di un sistema sociale virtuoso; Il sistema delle arti, l’organizzazione di un’arte di stato tra mostre, quadriennali, biennali e concorsi; La caduta della dittatura, la fine di un’era tra iconoclastia, satira e dramma.

L’allestimento è progettato da Baldessari e Baldessari.
La mostra è sostenuta da Altemasi e Casse Rurali Trentine.

 

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Arte e Fascismo

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