Annamaria Gelmi
L’instabilità del limite
Mostra - da venerdì 12 lug 2024 | a domenica 06 ott 2024
Annamaria Gelmi, "Giardino", 2010, (dettaglio), Courtesy l’artista
- Quando
- da venerdì 12 lug 2024 | a domenica 06 ott 2024
- Prezzo
- Intero 2 €
- Credits
- Da un'idea di Vittorio Sgarbi. A cura di Margherita de Pilati
- Dove
- Galleria Civica Trento
- Tipologia
- Mostra
Negli spazi della Galleria Civica di Trento il Mart dedica una mostra all’artista trentina Annamaria Gelmi, le cui opere si distinguono per un’estrema semplicità e pulizia. Tra astrazione e figurazione, il lavoro di Gelmi si confronta sempre con l’architettura; multidisciplinare e concettuale, in costante dialogo con lo spazio. L’originalità del linguaggio emerge tanto nelle combinazioni geometriche, quanto nelle sperimentazioni materiche.
Nel corso della sua lunga carriera, Gelmi ha partecipato a importanti esposizioni in Italia e all’estero, attirando l’attenzione di noti critici d’arte. La mostra L’instabilità del limite è un vero e proprio omaggio che ripercorre l’intero percorso dell’artista.
Costellato di mostre internazionali, il curriculum deve molto al Trentino, dove Gelmi si è artisticamente formata e cresciuta, attingendo a piene mani, contribuendo alla vita culturale, partecipando a mostre personali e collettive come Il Museo e la sua immagine (1982) allestita negli spazi di Palazzo delle Albere e curata da Gabriella Belli, prima direttrice del Mart.
Nata a Trento nel 1943, si forma all’Istituto d’Arte di Trento, all’Accademia di Brera a Milano e all’Accademia di Venezia. Dopo la prima mostra a Bolzano nel 1968, Gelmi inizia a lavorare con materiali come il plexiglas, il metacrilato e altre materie plastiche. Nascono così opere che giocano con la trasparenza e con lo spazio, composte da grandi fogli di acetato e da forme geometriche elementari.
All’inizio degli anni Ottanta si allontana dal minimalismo in bianco e nero per abbracciare il colore: i lavori che caratterizzano questa fase si connotano come memorie della storia e frammenti di architetture classiche (colonnati, frontoni, labirinti), tutte disegnate su carta giapponese.
Nei Novanta gli elementi architettonici diventano segno, richiamo simbolico. Il colore diventa più forte e induce a percepire lo spazio come condizione mentale in cui può nascere una visione diversa, ambigua e assoluta. In questo periodo l’artista realizza sculture/installazioni in ferro, pietra e ottone, e pubblica il libro SKY LINE, presentato alla 46a Biennale Internazionale di Venezia.
Agli ultimi due decenni, segnati da numerosi e notevoli appuntamenti espostivi, appartengono le opere in ferro e le grandi installazioni.
La mostra è sostenuta da Rotari.