Zanini e Garbari.
Nel segno del Novecento

Mostra - da sabato 10 giu 2017 | a domenica 08 ott 2017

  • Gigiotti Zanini, "La nascita di Venere", 1922, olio su tavola, Mart

    Gigiotti Zanini, "La nascita di Venere", 1922, olio su tavola, Mart

  • Gigiotti Zanini, "Paesaggio con carretto", 1919, Mart, Deposito Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto

    Gigiotti Zanini, "Paesaggio con carretto", 1919, Mart, Deposito Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto

  • Tullio Garbari, "Testa di donna", 1916, tempera e acquerello su carta, Mart, Provincia Autonoma di Trento

    Tullio Garbari, "Testa di donna", 1916, tempera e acquerello su carta, Mart, Provincia Autonoma di Trento

  • Tullio Garbari, "Momenti di vita campestre", 1915, Mart, Provincia autonoma di Trento

    Tullio Garbari, "Momenti di vita campestre", 1915, Mart, Provincia autonoma di Trento

Quando
da sabato 10 giu 2017 | a domenica 08 ott 2017
Prezzo
Credits
A cura di Nicoletta Boschiero
Dove
Casa d'Arte Futurista Depero
Tipologia
Mostra

Accomunati dalle medesime origini e dalla partecipazione ad alcuni importanti luoghi del dibattito culturale, Gigiotti Zanini (1893 - 1962) e Tullio Garbari (1892 - 1931) si distinguono per l’originale contributo apportato alle vicende dell’arte italiana del primo Novecento.
Presenti insieme per la prima volta alla mostra di Palazzo Galasso a Trento, nel 1913, entrambi hanno stabilito forti legami con il gruppo fiorentino di La Voce e successivamente, a Milano, con alcuni tra gli artisti più rappresentativi del “ritorno alle origini” negli anni della ricostruzione postbellica, dopo il primo conflitto mondiale.

In un percorso a due voci, la mostra offre un ampio sguardo sull’opera di Gigiotti Zanini, di cui propone un gruppo di lavori approdati al Mart anche grazie al fondamentale contributo di Giorgio Zanini e della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto, realizzati tra il 1914 e il 1958: da Ballerina, che attesta giovanili prove di adesione alla poetica futurista, alle opere dell’immediato dopoguerra, che testimoniano l’adozione di un linguaggio primitivista, giungendo ai più maturi dipinti novecenteschi e ai paesaggi degli anni Cinquanta.
Arricchisce la selezione una scelta di materiali provenienti dall’Archivio del ’900 e un nucleo di xilografie raramente esposte, prossime per stile e temi all’esperienza di Tullio Garbari. Di quest’ultimo la mostra espone opere su carta, eseguite ad acquerello, guazzo e tempera tra il 1914 e il 1924, in cui ricorrono soggetti cari all’artista: scene campestri e di vita domestica, immerse in una caratteristica dimensione atemporale, e ritratti femminili, da cui emerge tutta la forza di un linguaggio sintetico e colto, basato sulla lezione dei maestri del passato.
 

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