ARTE CONTRO
Ricerche dell'arte russa dal 1950 ad oggi
Opere dal Fondo Sandretti del '900 russo

Mostra - da sabato 13 ott 2007 | a domenica 20 gen 2008

  • Francisco Infante-Arana, "Artefatti", dalla serie "Impressioni agresti-95", 1995

    Francisco Infante-Arana, "Artefatti", dalla serie "Impressioni agresti-95", 1995

  • Alëna (Elena Valentinovna) Kircova, "Gradini", dal ciclo "Viaggio", 1990

    Alëna (Elena Valentinovna) Kircova, "Gradini", dal ciclo "Viaggio", 1990

  • Julij Jul’evič Perevezencev, "Natura morta con treni", 1965, Mart, Fondo Sandretti del ‘900 russo

    Julij Jul’evič Perevezencev, "Natura morta con treni", 1965, Mart, Fondo Sandretti del ‘900 russo

  • Boris Petrovič Svešnikov, "[Finestra]", metà anni Sessanta, Mart, Fondo Sandretti del ‘900 russo

    Boris Petrovič Svešnikov, "[Finestra]", metà anni Sessanta, Mart, Fondo Sandretti del ‘900 russo

  • Julo Ilmar Jochann Sooster, "[Orsi]", s.d., Mart, Fondo Sandretti del ‘900 russo

    Julo Ilmar Jochann Sooster, "[Orsi]", s.d., Mart, Fondo Sandretti del ‘900 russo

  • Sergej Anatolevič Bugaev (Afrika), "Senza titolo", 1991, Mart, Fondo Sandretti del ‘900 russo

    Sergej Anatolevič Bugaev (Afrika), "Senza titolo", 1991, Mart, Fondo Sandretti del ‘900 russo

Quando
da sabato 13 ott 2007 | a domenica 20 gen 2008
Prezzo
Credits
A cura di Alexandra Obukhova con la collaborazione di Elisabetta Barisoni. 
Dove
Mart Rovereto
Tipologia
Mostra

Apartire dagli anni Cinquanta del secolo scorso, un italiano innamorato della Russia ha iniziato a collezionare l’arte dei pittori non in linea con il realismo socialista. Alberto Sandretti non si è mai fermato ed oggi la sua ricca collezione, che solo d’arte contemporanea russa vanta più di 1500 opere, è ospitata al Mart. La presenza nel Museo di questa’interessante raccolta ha aperto nuovi ambiti di ricerca, indirizzati in particolare allo studio delle relazioni culturali tra Italia e Russia nel ‘900.
La mostra "ARTE CONTRO", è il risultato di due anni di studio e catalogazione sul Fondo. 

Il percorso della mostra parte da un nucleo importante di opere d’arte cosiddetta non conformista, tutte realizzate a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta.
Furono anni in cui, in coincidenza con un breve periodo di disgelo politico interno in URSS, un eterogeneo gruppo di pittori e scultori si mise alla ricerca di un linguaggio artistico affrancato dai dogmi di regime: riallacciandosi all’eredità dell’avanguardia russa, ma anche alle esperienze occidentali. Artisti come Boris Svesnikov, Vladimir Nemuchin, Oskar Rabin e Ulo Sooster, seppero infatti esprimere una propria originale autonomia creativa, talvolta superando difficili vicende personali.

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