Eurasia
Dissolvenze geografiche dell’arte

Mostra - da sabato 28 giu 2008 | a domenica 16 nov 2008

  • Alighiero Boetti, "Map [Mappa]", 1989

    Alighiero Boetti, "Map [Mappa]", 1989

  • Chiharu Shiota, "His Chair [La sua sedia]", 2005

    Chiharu Shiota, "His Chair [La sua sedia]", 2005

  • Adrian Paci, "Centro di Permanenza Temporanea [Temporary Shelter Centre]", 2007

    Adrian Paci, "Centro di Permanenza Temporanea [Temporary Shelter Centre]", 2007

  • Joseph Beuys, "Eurasienstab", 1967

    Joseph Beuys, "Eurasienstab", 1967

  • Terence Koh, "Armageddon", 2007

    Terence Koh, "Armageddon", 2007

  • Koo Jeong-a, "Dreams & Thoughts [Sogni e Pensieri]", 2003

    Koo Jeong-a, "Dreams & Thoughts [Sogni e Pensieri]", 2003

  • Stefano Cagol, "FLU GAME", 2008

    Stefano Cagol, "FLU GAME", 2008

Quando
da sabato 28 giu 2008 | a domenica 16 nov 2008
Prezzo
Credits
Progetto e curatela generale di Achille Bonito Oliva. Con la collaborazione di Lorenzo Benedetti, Iara Boubnova, Cecilia Casorati, Hu Fang, Christiane Rekade, Julia Trolp. 
Dove
Mart Rovereto
Tipologia
Mostra

Nel 1967 Joseph Beuys con un apposito Manifesto aveva fondato lo stato fittizio di Eurasia.Una visione geografica e, insieme, espressione di una nuova e complessa identità artistica, non più territoriale e autarchica, ma centrata sul mondo e sull’uomo.
Un territorio aperto, Eurasia, senza limiti fisici e dogmatici: la rappresentazione geografica dell’utopica fusione tra realismo occidentale e misticismo orientale, il luogo della totalità non ancora dispersa. Il termine “dissolvenze”, ripreso dal linguaggio cinematografico, vuole evidenziare lo sfumare da un territorio geoculturale all’altro, inteso come superamento del concetto separato di confine. Arte totale, nuovo umanesimo e responsabilità etica sono le parole chiave di un progetto che risulta sorprendente se riconsiderato nella sua evoluzione dagli anni Sessanta fino ad oggi, da Beuys all’ultima generazione. Alcuni argomenti fondamentali dell’opera di Beuys - il multiculturalismo e l’aspirazione ad un’arte totale, l’attitudine allo sconfinamento, e il “concetto ampliato dell’arte” – trovano infatti un puntualissimo riscontro nel lavoro degli artisti della giovane generazione.
 

La mostra, dunque, vuole evidenziare il superamento di un’arte puramente performativa a favore di una riflessione che recupera contenuti e tematiche del nostro tempo, vere e proprie emergenze, ed affermi come valore la coesistenza delle differenze.
La riflessione di Achille Bonito Oliva prende le mosse dall’idea che sia possibile confrontarsi in prospettiva storica con l’opera di Beuys rileggendola e ri-progettandola.
L ’esposizione traccerà un percorso originale attraverso il panorama artistico dell’Eurasia e individuerà atteggiamenti e progetti che reagiscono all’estetizzazione del quotidiano e all’abuso di realtà, proponendo una complessità linguistica che assomma espressioni diverse. La constatazione che il modello di nuovo umanesimo di Eurasia viene effettivamente ripreso oggi da molti giovani artisti assegna alla mostra non solo il compito di documentare il loro lavoro, ma anche l’ambizione programmatica di schierarsi dalla parte di un’arte che recupera finalmente una forte attenzione alla realtà, e che la traduce in piccole utopie, tra desiderio e speranza ecologica di migliorare la qualità della vita.

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