Adalberto Libera. La città ideale

Mostra - da sabato 22 giu 2013 | a mercoledì 11 set 2013

  • "Adalberto Libera. La città ideale", veduta dell'allestimento

    "Adalberto Libera. La città ideale", veduta dell'allestimento

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    "Adalberto Libera. La città ideale", veduta dell'allestimento

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  • "Adalberto Libera. La città ideale", veduta dell'allestimento

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  • "Adalberto Libera. La città ideale", veduta dell'allestimento

    "Adalberto Libera. La città ideale", veduta dell'allestimento

  • Adalberto Libera sul terrazzo della pensione in via del Corso a Roma, 1928

    Adalberto Libera sul terrazzo della pensione in via del Corso a Roma, 1928

Quando
da sabato 22 giu 2013 | a mercoledì 11 set 2013
Prezzo
Credits
A cura di Nicola Di Battista
Dove
Mart Rovereto
Tipologia
Mostra

Un nuovo punto di vista è offerto sull’opera di questo grande maestro dell’architettura moderna: il curatore della mostra, l’architetto Nicola Di Battista, ha scelto infatti di approfondire il lavoro di Libera attraverso la selezione di alcuni progetti tra i più significativi, la cui lettura, sorprendentemente inedita, intende attualizzare le modalità di formazione di uno stile.

In questo modo è ripercorsa la storia professionale di Adalberto Libera, con particolare attenzione al periodo di formazione e agli esordi, dove più forte risulta la sua volontà di proporre un linguaggio moderno e internazionale, attraverso l'interpretazione degli indirizzi del Razionalismo europeo.

Nell’Italia fascista il settore degli allestimenti espositivi era l’unica palestra possibile per gli architetti razionalisti, le cui tensioni creative d’avanguardia erano tenute a prudente distanza dal regime. In questo settore Libera esprime con grande chiarezza un’idea di architettura capace di mettere in relazione il contesto storico con le forme della città moderna, come accade ad esempio per l’allestimento della mostra delle colonie estive e dell’infanzia al Circo Massimo a Roma nel 1937.
Dotato di una eccezionale abilità nel disegno, Libera usa rappresentare i propri progetti con magistrali vedute prospettiche, quasi sempre di spazi interni, alcune conservate e altre andate perdute e di cui si hanno oggi solo le riproduzioni fotografiche in bianco e nero.

Queste prospettive sono capaci da sole di raccontarci il progetto senza l’ausilio di altri elaborati ed è per questo che Di Battista ha deciso di renderle ‘protagoniste’ di tutta l’esposizione. Così nasce l’idea dell’allestimento di questa mostra, a cura dell’architetto Giovanni Maria Filindeu, organizzato attorno a 14 grandi riproduzioni delle vedute prospettiche dei progetti selezionati.

Il visitatore ha la possibilità di entrare come protagonista nell’architettura di Adalberto Libera, coglierne gli aspetti più legati alla composizione e assumerli come valori assoluti da interpretare nell’attualità. Accanto alle grandi foto sono esposti anche materiali d’archivio originali relativi a ogni progetto, quali schizzi, fotografie, pubblicazioni d’epoca e soprattutto preziose relazioni tecniche redatte da Libera stesso.

Risorse sul web

Guarda le immagini dell'inaugurazione su facebook
Un set di immagini su flickr

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